Alcuni integratori naturali possono rallentare il decorso del morbo di Alzheimer. Uno tra questi è l’olio di semi di canapa, ricco di omega 3 e omega 6, antiossidanti quali zinco, selenio, magnesio e vitamine importanti per le funzioni cognitive.
Il morbo di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che colpisce i neuroni e i motoneuroni e causa un declino progressivo delle facoltà mentali. Di solito colpisce i soggetti dopo i 65 anni e, pur non essendo una malattia ereditaria, presenta dei tratti familiari. Infatti chi ha una storia familiare della malattia è più soggetto ad acquisirla.
Ad oggi non esiste una cura per il morbo di Alzheimer, è irreversibile. Non è chiara nemmeno la causa che provoca l’infiammazione della guaina mielinica che protegge i neuroni e i collegamente cerebellari e che provoca il graduale declino delle funzioni cognitive.
Tuttavia esistono alcuni rimedi per rallentare lo sviluppo dell’Alzheimer, tra cui l’assunzione di integratori ricchi di omega 3 e antiossidanti. Uno degli integratori più consigliati è l’olio di semi di canapa, perché contiene sia omega 3 che omega 6 (due importanti acidi grassi che hanno un’azione antinfiammatoria sull’organismo), zinco, selenio e magnesio (fondamentali antiossidanti cellulari) e vitamine del gruppo B (in particolare la B12, fondamentale nella produzione dei globuli rossi e nella formazione del midollo osseo) e vitamina E.
Alzheimer: come si presenta
Il morbo di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa con uno sviluppo tipicamente lento. I sintomi iniziali possono essere blandi e pertanto non è sempre facile fare una diagnosi tempestiva.
La causa e la progressione dell’Alzheimer non sono ancora ben compresi. La ricerca indica che la malattia è strettamente associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari che si formano nel cervello, ma non è nota la causa primaria che comporta questa degenerazione. Attualmente i trattamenti terapeutici utilizzati offrono piccoli benefici sintomatici e possono parzialmente rallentare il decorso della patologia, ma non esiste una cura e il declino è inevitabile.
La diagnosi del morbo di Alzheimer viene eseguita in base a test cognitivi e risonanza magnetica. I sintomi iniziali sono spesso scambiati per normale invecchiamento ed è necessaria la biopsia del tessuto cerebrale per una diagnosi definitiva.
Come abbiamo accennato, non esiste una cura, ma a livello preventivo si ritiene che uno stile di vita sano sia un potenziale fattore protettivo nei confronti della patologia, insieme all’assunzione giornaliera di integratori naturali. La stimolazione mentale e della memoria attraverso lo studio, l’esercizio fisico e una dieta equilibrata sono state proposte sia come modalità di possibile prevenzione, sia per gestire la malattia conclamata.
L’Alzheimer è una malattia che si sta diffondendo sempre di più nella popolazione mondiale. A causa della cura ancora mancante e delle grandi risorse sociali, emotive, organizzative ed economiche che richiede ai familiari è una delle patologie a più grave impatto sociale del mondo.
I sintomi del morbo di Alzheimer
I primi sintomi dell’Alzheimer possono essere scambiati per semplice invecchiamento perché sono inizialmente aspecifici. Il paziente può infatti iniziare a dimenticare fatti accaduti nel passato più prossimo, a dimenticare piccole cose o incombenze quotidiane. Mano a mano che avanza la malattia i sintomi si fanno più marcati: nelle fasi finali l’umore peggiora, può esserci aggressività e difficoltà nel linguaggio fino alla completa apatia. Il decorso è tipicamente diviso in quattro fasi, vediamole insieme.
Pre-demenza
I sintomi iniziali possono essere subdoli ed erroneamente attribuiti all’invecchiamento o allo stress. Il più evidente è la difficoltà a ricordare i fatti appresi di recente e l’incapacità di acquisire nuove informazioni e anche i sintomi depressivi, l’irritabilità e la scarsa consapevolezza delle difficoltà di memoria sono molto comuni.
La fase preclinica della malattia è stata chiamata “mild cognitive impairment” (MCI) e si trova spesso ad essere una fase di transizione tra l’invecchiamento normale e la demenza.
Fase iniziale
Nella fase iniziale, oltre ai problemi di memoria, si nota una diminuzione della capacità di coordinazione muscolare di piccoli movimenti. In una piccola percentuale si nota anche difficoltà nel linguaggio, nell’eseguire azioni, nella percezione (agnosia), o nell’esecuzione di movimenti complessi (aprassia).
Il morbo di Alzheimer non colpisce allo stesso modo tutti i tipi di memoria, infatti i ricordi della vita personale, le nozioni apprese in età giovanile e adulta, la memoria implicita (la memoria del corpo su come fare le cose, come l’utilizzo di una forchetta per mangiare) è colpita in misura minore rispetto a cose successe o imparate di recente.
Fase intermedia
Il progredire dell’Alzheimer ostacola l’indipendenza dei malati che col tempo non sono più in grado di compiere le azioni quotidiane. Le difficoltà linguistiche diventano evidenti per via dell’afasia, che porta frequentemente a sostituire parole con altre errate nel contesto. La lettura e la scrittura vengono lentamente abbandonate.
Le sequenze motorie complesse diventano meno coordinate con il passare del tempo e aumenta il rischio di cadute. In questa fase, i problemi di memoria peggiorano, e la persona può non riconoscere i parenti stretti. Il paziente può passare rapidamente dal l’irritabilità al pianto: non sono rari impeti di rabbia o resistenza verso chi se ne prende cura. I soggetti perdono anche la consapevolezza della propria malattia e i limiti che essa comporta.
Fase finale
Durante le fasi finali, il paziente è completamente dipendente dagli altri. Il linguaggio è ridotto a semplici frasi o parole, anche singole, portando infine alla completa perdita della parola. Anche se l’aggressività può ancora essere presente, l’apatia e la stanchezza sono i sintomi più comuni.
Le persone con malattia di Alzheimer alla fine non saranno in grado di eseguire anche i compiti più semplici in modo indipendente; la massa muscolare e la mobilità si deteriorano al punto in cui sono costretti a letto e incapaci di nutrirsi. La causa della morte è di solito un fattore esterno, come un’infezione o una polmonite.
L’olio di canapa: un eccezionale integratore per l’Alzheimer
Anche se per l’Alzheimer non c’è ancora una cura, la ricerca procede e nel frattempo vengono studiate anche terapie a supporto del malato e integratori da assumere per prevenire o alleviare i sintomi della malattia. Uno degli integratori più completi è l’olio di semi di canapa, che è attualmente oggetto di studio da parte della comunità scientifica come palliativo per molte patologie, tra cui l’Alzheimer.
Vediamo quali sono gli elementi più importanti che esso contiene per prevenire e prendersi cura dell’Alzheimer.
Omega 3 e omega 6 per rallentare l’Alzheimer
Il rapporto di 3:1 tra acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6 è ottimale per bilanciare le sostanze infiammatorie e antinfiammatorie nell’organismo e, dato che l’Alzheimer coinvolge processi infiammatori a livello cerebrale, è ottimo per chi soffre di questa malattia o ha una storia familiare e vuole prevenirla.
Inoltre, l’acido grasso omega 3 è necessario per mantenere in forma le strutture cerebrali e intatta la sostanza che trasmette gli stimoli cerebrali, ovvero la mielina.
Zinco e selenio per ritardare l’Alzheimer
L’olio di semi di canapa è ricco di zinco, un importante complesso enzimatico antiossidante naturale. Lo zinco è coinvolto nel corretto funzionamento di ormoni, insulina, ormoni sessuali e ormone della crescita. Inoltre è implicato nel funzionamento della vista, del tatto, dell’olfatto e della memoria: una carenza di zinco provoca disfunzioni sensoriali e intellettive. Ed ecco perché è un integratore potenzialmente portentoso per i malati di Alzheimer, le cui funzioni cognitive sono colpite in modo importante.
Il selenio, da parte sua, non è contenuto in tutti gli oli di canapa. Ecco perché è importante accertarsi che sia menzionato fra gli elementi dell’integratore, come nel caso di Savita.
Infatti, il selenio è a sua volta un importantissimo antiossidante che contribuisce a mantenere sane ed elastiche le membrane cellulari e protegge la guaina cerebrale dalla degenerazione dovuta all’età. Le piante di canapa non contengono naturalmente selenio, ma lo assorbono dal terreno. Le coltivazioni di canapa Savita crescono su un terreno ricco di selenio, quello di Piandelmedico, e questo fa dell’olio estratto un ottimo integratore di selenio per l’Alzheimer.
Vitamine importanti contro l’Alzheimer
Le vitamine importanti per le funzioni cerebrali sono la vitamina C, la vitamina D e le vitamine del gruppo B.
Partecipando alla formazione dei neurotrasmettitori, le vitamine B aiutano a:
- Aumentare i livelli di energia
- Migliorare la tolleranza allo stress
- Migliorare la memoria
- Prevenire l’invecchiamento del cervello
In particolare queste ultime, contenute nell’olio di canapa, sono fondamentali per la buona salute del cervello e non a caso sono a volte chiamate “vitamine della felicità” o “vitamine anti-stress”.
Con l’olio di canapa è possibile rallentare l’Alzheimer?
Abbiamo visto quindi come l’olio di semi di canapa Savita sia un ottimo integratore per l’Alzheimer, perché coniuga elementi utili per prevenire lo stress ossidativo cellulare a omega 3 ed omega 6, vitamine e altri elementi fondamentali per l’organismo come lo zinco e il selenio. Se, dunque, ancora non esiste una cura per il morbo di Alzheimer, alcuni integratori possono aiutare a prevenire questa invalidante malattia e a rallentarne il decorso fisiologico.